Una centralina elettronica progettata dal Tecnico Corni donata alla spedizione italiana al Polo Sud PNRA

Un pezzo di Istituto Tecnico “F. CornI” al Polo Sud insieme alla spedizione italiana PNRA

Nell’ambito del progetto internazionale CanSat organizzato dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), il Dipartimento di Elettronica dell'Istituto Tecnico Fermo Corni, nella persona dell’ing. Giuliano Vicenzi, ha sviluppato una centralina elettronica digitale per il monitoraggio dei parametri ambientali. Tale centralina è stata donata alla spedizione italiana al Polo Sud PNRA (Programma Nazionale Ricerche in Antartide) organizzata dall’ENEA, spedizione che proprio nei giorni scorsi nel Mare di Ross ha battuto il record storico di navigazione alla maggior latitudine Sud di sempre.

L’Antartide e l’Istituto Tecnico “Corni” hanno un fortissimo legame, non per nulla la base italiana in Antartide è intitolata ad uno studente del “Corni”, Mario Zucchelli che l’ha costruita e diretta, inoltre alcuni tecnici che stanno lavorando alla spedizione provengono proprio dal Tecnico “Corni”.

A testimonianza del legame esistente e per ringraziare del dono della centralina, il capo della spedizione ing. Riccardo Scipinotti, assieme a Stefano …  anche lui ex-studente del Tecnico Corni, ha concesso un time slot per un’intervista via satellite agli studenti della 4A Elettronica e un secondo intervento plenario a tutte le classi sul tema del “buco dell’ozono” si terrà il 7 febbraio p.v..

Nell’intervista via satellite si sono susseguite un gran numero di domande nel breve lasso temporale di un’ora, eccone una sintesi:

In che cosa consiste la missione italiana PNRA al Polo Sud?

La missione consiste nell'effettuare ricerche in campi diversi, tali ricerche si svolgeranno nelle tre basi italiane:

  • la stazione “Mario Zucchelli” che è tipicamente una Stazione di ricerca di biologia marina
  • la stazione “Concordia”, situata al centro dell'Antartide a 330 m sul livello del mare, che si occupa della ricerca nella Stratosfera e ha caratteristiche particolari di basse umidità e temperatura;
  • la base logistica che trasporta materiali alla base Concordia.

Quanto tempo è stato impiegato per costruire la base italiana “Mario Zucchelli”?

La costruzione della base italiana è cominciata nel 1985 ed è stato impiegato impiegato un paio d'anni: il primo anno a fare da campo base era una nave e da lì ci si spostava sulla terraferma, prima con una tenda, poi con un container… Ci sono voluti circa due anni perché diventasse operativa, inoltre essa è in continua evoluzione sia per soddisfare le esigenze inedite della ricerca sia per un futuro più Green perché cerchiamo di renderla sempre più ecosostenibile.

Chi è Mario Zucchelli e cosa ha fatto?

La base italiana è intitolata a Mario, un vostro ex-compagno di scuola, perché è stata una figura davvero fondamentale per la realizzazione del PNRA: Mario è entrato dalla terza spedizione e ha dato un impulso notevole allo sviluppo della base, è stato a capo della logistica e sviluppo della base dal 1987 fino al 2003. Grazie alle sue competenze, ha contribuito in modo determinante alla realizzazione anche della base francese. Purtroppo si è ammalato gravemente e ci ha lasciati prematuramente; in segno di riconoscenza la Francia ha emesso un francobollo a suo nome, mentre l'Italia gli ha assegnato una medaglia d'oro come benemerito.

Quanto è costata la spedizione e quanto dura?

Il finanziamento del Ministero è di 23 milioni, le disponibilità finanziarie purtroppo vanno diminuendo a fronte di richieste per la ricerca in aumento, tuttavia il sistema Italia, per ora riesce a rispondere alle richieste principali. La spedizione dura per tutta la campagna estiva. Durante l’incontro sono sorte anche domande curiose come quella sulla loro dieta: gli studenti pensavano che si mangiasse il pesce locale, invece si è scoperto che le cucine delle basi italiane sono fedeli alle dieta mediterranea con giovani chef, di tradizioni siciliane. che non fanno sentire nostalgia di casa, almeno dal punto di vista culinario; la cucina italiana è rinomata anche presso le basi di altri Paesi e capita di ospitare ricercatori stranieri. Dopodiché, tornando ad argomenti tecnici, sono stati raccontati anche gli imprevisti e le disavventure come quella relativa al recupero di due boe con strumentazione per centinaia di migliaia di euro per la raccolta dati, che erano andate perse, il recupero è riuscito quasi integralmente ed è stato particolarmente complesso. L'intervista si è conclusa con un tour televisivo della nave, dove protagonista è stata la centralina donata dal “Corni” alla spedizione: essa è stata collocata in fregio a un oblò vicino alla prua, e sta facendo il suo dovere fornendo i dati delle principali grandezze fisiche. L’Antartide è una terra meravigliosa ed incontaminata che non è di nessuno e dove tutti i Paesi presenti con una loro base si impegnano a rispettarne l’ambiente, inoltre tra essi vige una mutua assistenza senza pagamenti o contratti commerciali, ci si aiuta come si può (ad esempio si offre un passaggio in nave in cambio della fornitura di carburante per gli aerei)... un esempio di collaborazione tra Paesi che stride con le situazioni di guerra e conflitto che purtroppo si registrano anche in Europa.