Giorno della Memoria 2025: Tea Ranno, “Un tram per la vita”

Gli studenti della 3C e 4C del Liceo Scientifico delle Scienze Applicate dell’IIS Corni incontrano Tea Ranno alla Biblioteca Delfini

tea ranno

Gli studenti della 3C e 4C del Liceo Scientifico delle Scienze Applicate dell’IIS Corni hanno partecipato alla prima delle numerose iniziative in programma a Modena in occasione del Giorno della Memoria. Presso la Biblioteca Delfini, lunedì 20 gennaio, hanno incontrato l’autrice di “Un tram per la vita”, libro che avevano letto e su cui avevano lavorato in classe.

Tea Ranno li ha accolti con un caldo benvenuto e ha evidenziato come il suo libro, che racconta una STORIA PICCOLA all’interno di una STORIA GRANDE, contenga un messaggio di speranza e di coraggio che può aiutare a capire un’epoca buia del passato e può additare esempi ancora oggi validi. “Tra mille treni piombati per la morte, c’è stato un tram per la vita”, dice nel silenzio attento della sala conferenze della più grande biblioteca cittadina ai ragazzi presenti e continua: “Tra tanti indifferenti o collaborazionisti, c’è chi ha mostrato coraggio e solidarietà, come la mamma del protagonista, i bigliettai, ecc”. Aggiunge che – come le aveva detto la guida durante il suo viaggio a Gerusalemme - privati dell’Arca, del Tempio, del territorio, solo la MEMORIA ha reso gli EBREI un popolo.

Tea Ranno ha risposto alle domande sul libro e ha allargato il discorso alla responsabilità individuale, alla consapevolezza alle scelte e all’importanza dello studio della storia. Ha regalato infine consigli preziosi sulla scrittura e ha congedato gli studenti con la frase del bigliettaio Mario, l’uomo che ha salvato Emanuele: “Io dico solo che se qualcuno di noi può fare qualcosa, la deve fare. Se ognuno di noi, nel suo piccolo, fa qualcosa…” (op. cit. pag. 41)

L’incontro si può rivedere sul canale Youtube della Biblioteca Delfini (link di seguito riportato):

https://www.youtube.com/watch?v=rLjAbXy4ayY&list=PLsAkliAfp4nKcdqeEi0E3wFKwQIh9v6Sg&index=11

  

Una parola CHIAVE… per restituire le NOSTRE impressioni

“La parola che racchiude la mia impressione sul libro e sull’incontro è SENSIBILITA’ e si può notare in tre piani diversi: Emanuele ha consegnato a Tea la sua storia, rievocando un fatto doloroso, pur raccomandandole: “Nun fa’ ‘na tragedia” e la scrittrice si è avvicinata con discrezione alla vicenda, raccontandola in modo da entrare nelle corde del lettore, suscitando anche in lui le stesse emozioni di cui inizialmente è stata destinataria”. Matteo

“Se dovessi descrivere con una parola l’incontro con la scrittrice Tea Ranno, sceglierei l’aggettivo “INTENSO”. INTENSO è il tema del libro “UN TRAM per LA VITA”, non semplice da affrontare. La Shoah non è solo una successione di eventi storici, ma coinvolge anche il dolore, la sofferenza e la perdita di milioni di vite umane. INTENSO è stato l’incontro: tutti i ragazzi avevano gli occhi puntati su Tea Ranno, per ascoltare ogni consiglio che aveva da dare sulla scrittura. Ho imparato che si scrive con le orecchie, con gli occhi, con il naso e con la bocca, insomma allenando tutti i sensi ed acquisendo un vocabolario ampio”. Rebecca

“Per me le parole che restituiscono meglio la vicenda del libro e l’incontro con la scrittrice sono due: ECCEZIONE e FAMIGLIA. Il caso di Emanuele è stato un’eccezione, non la regola. E’ scampato al rastrellamento anche grazie all’ECCEZIONALE solidarietà dei bigliettai del tram che potevano denunciarlo all’autorità per una cospicua somma di denaro. Inoltre, per me, l’incontro con l’autrice di un libro è stato eccezionale in quanto evento fuori dal comune.

Ho aggiunto FAMIGLIA perché nel libro questo aspetto, anche se secondario, è però un filo rosso della vicenda. Emanuele è stato aiutato dalla madre e lui, a sua volta, ha aiutato suo padre, caduto in depressione dopo la deportazione della moglie. La famiglia aspetta il ritorno di Ginotta e vuole organizzare per l’occasione una grande festa. Inoltre Tea Ranno ha detto che Emanuele ormai, dopo l’amicizia nata dall’assidua frequentazione, è diventato un membro della sua famiglia” Orlando

“Il DETTAGLIO rivela la cura con cui Tea ranno ha ricostruito la situazione di Roma occupata e dell’Italia durante la Seconda guerra Mondiale.  Nei primi dieci capitoli Emanuele racconta cosa è accaduto sabato 16 ottobre 1943 e nei giorni successivi (fino a lunedì 18 ottobre), alternando il piano della realtà con i ricordi del passato. Tea Ranno ricostruisce così gli avvenimenti storici e le misere condizioni di vita della gente che viveva nel ghetto, e il lettore - attraverso i pensieri pieni di affetto di Emanuele- conosce Virginia Piazza, soprannominata Ginotta, la madre del protagonista narratore.

Poiché il ragazzino è scappato per mettersi in salvo dalla retata dei Tedeschi e si rifugia su un tram da cui non scende per tre giorni, la scrittrice escogita l’efficace stratagemma dei discorsi dei passeggeri per far conoscere a lui e al lettore cosa è successo nel frattempo. Dal capitolo 11 ricomincia la storia dal punto di vista della fabula. Ancora una volta, Tea Ranno, tramite la figura di Attilio, un ragazzo più grande del protagonista, traccia un quadro più preciso degli avvenimenti storici” Gabriele

“Ho scelto la parola PROTEZIONE, perché, secondo me, tutto il testo si basa su questo tema. Non solo i “tramvieri”, ma soprattutto la madre, Ginotta Piazza, buttandolo giù dal camion, lo PROTEGGE da un destino sconosciuto e minaccioso. Tea Ranno mi ha fatto riflettere sul fatto che oggi le madri, ed in generale i genitori, per proteggere i loro figli, li tengono stretti a loro, non vogliono lasciarli andare, hanno paura a farli uscire dal loro guscio, pensando di tenerli al sicuro nelle loro braccia. Ginotta, la madre di Emanuele di Porto, invece, nel momento più difficile della loro vita, allontana suo figlio, non vuole assolutamente tenerlo accanto a sé ed è proprio questo gesto che gli salverà la vita”. Carlotta

CHIAREZZA” è la parola chiave: una pagina buia della storia è stata raccontata con chiarezza e senza sconti. E’ chiaro anche il linguaggio, impreziosito da figure retoriche sullo stesso piano di espressioni gergali e colloquiali (Emanuele ha frequentato poco la scuola perché doveva lavorare ed appartiene ad un ceto basso ed umile). Pietro

Se dovessi descrivere con una parola l’incontro con la scrittrice Tea Ranno, sceglierei la parola “EMPATIA”. Nel libro e nella chiacchierata in biblioteca è emersa l’empatia che Mario, il bigliettaio del tram, ha provato nei confronti Emanuele che scappava dal rastrellamento del ghetto, e- in una gara di solidarietà- anche i suoi colleghi. Pure il soldato tedesco che gli dà 500 lire e poi lo porta a prendere la cioccolata, cosa per noi oggi scontata, mostra EMPATIA nei suoi confronti e non esercita la violenza del nemico invasore di cui il ragazzo aveva ripetutamente fatto esperienza. Ed infine Tea Ranno ha provato EMPATIA per Emanuele e, come scrive nell’ultima parte del libro e come ha ricordato in presenza, ha sentito di dover raccontare la sua storia” Ginevra

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